I vestiti che ami vivono a lungo by Orsola de Castro

autore:Orsola de Castro [Castro, Orsola de]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Corbaccio
pubblicato: 2021-02-28T23:00:00+00:00

L’INNOVAZIONE

Il futuro della pelle è colorato, e a giudicare dagli ingredienti anche potenzialmente commestibile!

Da tingere la pelle con corteccia, bacche e altri coloranti naturali a sistemi di lavorazione privi del temutissimo cromo, fino a materiali grezzi del tutto nuovi come la pelle di pesce, i funghi, l’ananas e altri frutti... è iniziata la corsa a spezzare il circolo vizioso per renderlo virtuoso.

I FALSI

In una filiera priva di trasparenza non c’è modo di sapere quali leggi vengano infrante. La stessa opacità avvolge anche i prodotti falsi e le imitazioni.

I marchi del lusso adottano tutte le misure possibili per farci sapere che le imitazioni sono fatte con materiali di qualità inferiore e fabbricate in condizioni di sfruttamento, e chi le smercia sono spesso immigrati indifesi schiavizzati da gang criminali. Ma quando si parla del prodotto autentico, quegli stessi marchi non ci assicurano che sia più etico sotto l’aspetto ambientale e dei diritti umani.

Se fossero trasparenti e ci illustrassero la loro catena produttiva in modo da mostrarci come vengono fabbricati gli oggetti che acquistiamo, allora sì che sarebbe veritiero dipingere quello del prodotto contraffatto come un modello di produzione meno degno.

Ad aumentare la confusione, a volte i falsi sono in realtà autentici, figli della sovraproduzione o scartati per difetti di fabbricazione quasi invisibili. E i falsi veri, gli impostori, spesso vengono prodotti negli stessi complessi manufatturieri e dagli stessi operai che producono gli articoli griffati. Se teniamo conto dell’uso, da parte degli stilisti del lusso, di materiali moderni ed ecologici come il PVC e il nylon, e degli standard qualitativi sempre più bassi del lusso, è facile accorgersi che certi falsi, un tempo goffe e tristi imitazioni del prodotto autentico, in realtà sono prodotti gemelli di quelli autentici ma separati alla nascita, quando uno solo viene consacrato dal logo.

Non solo: c’è il forte sospetto, se non la certezza, che la vendita di merci contraffatte finanzi le organizzazioni criminali, che l’itinerario della loro catena del valore s’intrecci con il traffico di esseri umani e che violino delle leggi. Di conseguenza, sebbene inondati da queste merci, non dovremmo cedere alla tentazione. Tuttavia, dal mero punto di vista del prodotto e, per certi aspetti, anche della provenienza e fattura, resta vero che molti dei falsi di oggi sono validi quanto la loro controparte autentica.

Niente mi eccita di più che imbattermi in una borsa firmata e ancora come nuova in un negozio di seconda mano, cosa che, visto il consumo di massa e la velocità con cui ci stanchiamo degli oggetti, accade sempre più spesso. Fino al giorno in cui i grandi marchi del lusso non saranno in grado di fornirmi un pedigree impeccabile dei loro prodotti, trasparente al 100% sui processi di fabbricazione e sulla provenienza di tutti i materiali di cui si compongono (dalla pelle ai metalli, a tutto quanto sta nel mezzo), e finché non torniamo a un modello in cui la prerogativa è la qualità e non il costo, non vedo perché acquistare le nuove proposte dei luxury brand. Non lo definisco lusso, e non merita né il prezzo stratosferico né la sua reputazione.

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